#5 – Annunciazione oscura

di Fabio Furlanetto

 

 

La città perduta di Xhanla

Tibet, trecento anni fa

E’ abbastanza raro che io ammetta di essere sorpreso. Fa parte della, scusate il termine, mistica del Mago Supremo essere infallibile.

Eppure, oggi così come quando ero un novizio, l’Antico mi sorprende sempre. Credevo che ritrovare questa città perduta fosse stata un’impresa degna di nota, ma ora scopro che lui la conosceva secoli prima che io nascessi. Tipico del mio maestro, rivelarsi un passo avanti rispetto alle mie aspettative.

-Strange. Possiamo fidarci? – mi chiede Sersi. La risposta dovrebbe essere ovvia, ma esito.

-“Strange”? Ah sì, il mio futuro discepolo. Non ci si vede da quando sarai più vecchio. L’universo riserva sempre delle sorprese, vero?

-Mi siete mancato, maestro – ammetto.

Il mio maestro dirige la propria attenzione verso Sersi, ma non per i motivi per cui lo farebbe qualsiasi uomo.

-Neanche tu sei di questo tempo. Che cosa ti porta nel passato, giovane immortale?

-Voglio scoprire la verità sui miei fratelli perduti da millenni.

-Ah, l’ingenuità di una mente scientifica. Xhanla non è una città perduta, ragazza: i suoi abitanti hanno scelto un percorso differente. Che percorso stai seguendo tu invece, Strange, per arrivare in questo tempo?

-Non sono sicuro di potervelo dire, maestro. Ma credo che qualsiasi conoscenza sugli Eterni di Xhanla potrebbe essermi utile.

-Bene. Allora vi spiegherò…

L’Antico si interrompe, fissando Layla Miller. Il giovane mistico e l’adolescente si fissano per un istante che pare durare un’eternità.

-Lei non dovrebbe essere qui.

-C’è qualche problema, maestro?

-Non sono sicuro di potervelo dire. Seguitemi.

Sento astio e preoccupazione nella voce dell’Antico. Pessimo segno.

 

Ci incamminiamo verso lo splendido tempio, unica costruzione visibile. La cosa non sembra importare particolarmente agli Eterni locali, che fluttuano per aria nella posizione del loto senza nemmeno accorgersi della nostra presenza.

-Da quanto tempo conosce questa città, maestro?

-Qualche decennio. Il mistero di Xhanla ha interessato parecchi miei predecessori, e non ho resistito alla tentazione di scoprirla per primo.

-Immagino che i suoi abitanti non siano stati molto collaborativi – interviene Sersi.

-So essere convincente. Questa città è rimasta isolata dal resto del mondo per così tanto tempo, ed ha vissuto in un modo così radicalmente differente, che queste persone si considerano ormai aliene rispetto all’umanità.

-Ho pensato stesso la stessa cosa degli Eterni di Olympia – sospira Sersi.

Una giovane locale vola verso di noi, l’unica che sembra essersi accorta della nostra presenza. Ovviamente “giovane” da queste parti è relativo: quantomeno dimostra la metà degli anni di Sersi, quindi dovrebbe avere almeno tre o quattromila anni.

Così come tutti gli abitanti che si possono vedere, la ragazza è calva ed indossa un abito bianco estremamente semplice e modesto. Si dirige direttamente verso Sersi, fissandola con uno sguardo incuriosito.

Non dice niente, ma Sersi fa un passo indietro; a giudicare dal suo linguaggio corporeo si trova molto a disagio dall’incontro.

-Ehm, mi chiamo Sersi. Preferirei che non sondassi la mia mente senza chiedere il permesso.

-La tua mente è chiusa – è tutto ciò che ha da dire l’indigena prima di guardare prima verso di me e poi verso Layla.

-Anche le vostre sono impenetrabili.

Mi accorgo solo ora di aver alzato istintivamente una protezione mentale; una delle prime lezioni dell’Antico che non ho scordato. Non mi sorprende che Sersi possa fare una cosa del genere dato il suo lignaggio, ma che anche Layla possa proteggersi dalla mente di una Eterna è una vera sorpresa.

-Sono il Dottor Strange, visitatore dal futuro. Ricambierò la sua cortesia non leggendo la sua mente, signorina, se mi dirà il suo nome.

-Io non ho un nome. I nomi intrappolano l’essenza ad un artefatto, cedendo ad altri il potere sul nostro destino. L’Antico lo ha capito e per questo ha rinunciato ad avere  un nome; se avete bisogno di un identificativo verbale potete sceglierne uno, anche se non sarà il mio nome.

-Dovete perdonare Amata, non è abituata ad avere a che fare con le persone – interviene l’Antico, stringendo la mano della ragazza.

Mi limito ad alzare un sopracciglio.

-“Amata”?

-Sapevo che avresti risposto alla mia chiamata, Antico. Ho dovuto discutere a lungo con gli altri Eterni perché accettassero di invocare il tuo aiuto…il Tempio Che Non Deve Essere Aperto è stato profanato.

-Fammi indovinare: qualcuno l’ha aperto – si intromette Layla.

Con estrema fatica, Amata è costretta ad ammettere all’Antico:

-E’ stato nostro figlio.

 

Cosmo Cremisi

L’essere che siede sul trono rosso ha avuto molti aspetti in passato. Statue ed amuleti dedicati a lui si possono trovare in quasi ogni dimensione, ma ben poche rappresentano la sua forma definitiva.

Attorno a lui stanno danzando dei piccoli elfi di fiamma cremisi, creati con l’unico scopo di adorarlo ed invocare la sua gloria. Non c’è nessun’altra vita in questa immensa distesa rossa, quindi è naturale che Cyttorak si accorga all’istante di avere visite.

-Come cadono in basso i potenti – lo schernisce una voce femminile. Una donna dai lunghi capelli neri si sta avvicinando, mettendo bene in mostra gli abiti regali con una scollatura che sarebbe fisicamente impossibile per una mortale.

-Cyttorak il Conquistatore, il Demolitore di Dimensioni, seduto tutto il giorno a girarsi i pollici…patetico.

-Umar l’Indomabile. Non sono interessato.

-Mi rigetti così, senza nemmeno ascoltare le mie parole? Una donna potrebbe offendersi, sai – risponde Umar, allontanando con un piede uno degli spiriti danzanti.

-Per quanti eoni devo ripeterti che non sono interessato ad un’alleanza per detronizzare tuo fratello Dormammu?

-Dormammu è morto.

-Tipico di Dormammu. Immagino che tu sia l’unica a poter piangere la sua scomparsa…sempre che non sia stata opera tua.

-Dimentichi i milioni di adoratori che ora si ritrovano senza un dio.

Per la prima volta da mesi, Cyttorak si muove. Volta la testa verso Umar, ed i suoi occhi si illuminano di energia cremisi.

-Milioni?

-Solo contando i fanatici.

-Dimmi di più.

 

La città perduta di Xhanla

Tibet, trecento anni fa

Le porte del Tempio Che Non Deve Essere Aperto sono una vera e propria opera d’arte mistica: non mi sorprende di averle viste ancora del tutto intatte nel presente, quando tutta Xhanla è in rovine.

Né sono particolarmente sorpreso dalla scoperta che l’Antico avesse un figlio. Quello che mi turba è che non me ne abbia mai parlato…sono molto più attaccato a lui di quanto lo sia mai stato al mio vero padre.

Eppure, appena al di fuori dal Tempio, c’è un ragazzo di vent’anni che ne è la prova. I suo lineamenti ricordano molto quelli dell’Antico; quando l’ho incontrato nel presente non me ne ero accorto, abituato come sono a considerare l’Antico come un vecchio alla fine dei propri giorni. Eppure è lui, l’Esiliato.

-Conosci mio figlio, Strange?

-Ci siamo incontrati nel mio tempo, anche se era più vecchio di una decina d’anni. Merito della sua metà Eterna, suppongo. Qual è il suo nome?

-Non ne ha uno – si sbriga ad intervenire Amata.

-Non hai nemmeno dato un nome a tuo figlio!? – si meraviglia Sersi.

-E’ la via di Xhanla.

-Il suo corpo è in uno stato di trance; l’unico modo in cui può essere entrato nel Tempio è tramite la propria forma astrale.

Amata si irrigidisce, come se volesse dare sfogo alla rabbia ma fosse bloccata da una vita dedicata al totale autocontrollo.

-Avevi promesso di non insegnarglielo. Ed ora ha infranto la nostra regola più sacra.

-Lo riporterò indietro, Amata. Strange, potrei aver bisogno del tuo aiuto.

-Ne sarei lieto, maestro, ma se alterassi la storia…

-Al diavolo la storia. C’è mio figlio là dentro.

Questo è l’Antico che riconosco. Ci sediamo a fianco dell’Esiliato, rilasciando le nostre forme astrali e dirigendoci verso il tempio.

 

Sanctum Sanctorum del Dottor Strange

Greenwich Villave, New York City

Presente

Sara Wolfe e Rintrah non potrebbero provenire da realtà più diverse: la studiosa di mitologia che non ha mai creduto alla magia e l’alieno cresciuto in un mondo mistico. Eppure, ora che entrambi stanno studiando le carte recuperate nelle ultime ore, sembrano amici di vecchia data.

-Ecco qui: una bella ricevuta del 1963 per l’acquisto di un rifugio antiatomico in pieno stile. L’Antico può aver combattuto la Morte in persona, ma anche lui si è preso cura di pagare le tasse.

-Ancora non capisco che cosa ci facesse l’Antico in America così tanto tempo fa, Sara. E’ come se sapesse che, un giorno, il Dottor Strange sarebbe diventato il suo successore e che avrebbe acquistato questa casa.

-Ormai non mi sorprendo più di niente quando si tratta del Dottor Strange, Rintrah. Non potresti, che ne so, andare indietro nel tempo e scoprire di persona perché l’ha fatto?

-Un incantesimo semplice per il Mago Supremo.

-Quindi Strange non te l’ha ancora insegnato?

-Non esattamente. Sono già stato il Mago Supremo.

Sara si toglie gli occhiali da lettura, fissando negli occhi l’alieno verde. Non c’è bisogno di chiedere a Rintrah se stia scherzando: la malinconia nella sua voce è chiara.

-Il mio maestro ha rinunciato al titolo ed io sono stato il suo successore. Ho preferito rinunciare.

-Rintrah, non avevo idea che…

-E’ chiaro che l’Antico voleva limitare al minimo l’uso della magia per contenere qualcosa di pericoloso: si è persino costruito un’identità di comodo per poter fare quell’acquisto. Tutto questo suggerisce che le energie mistiche non sono sufficienti a…

-Rintrah, se vuoi parlarne, sai che io sono molto brava ad ascoltare.

-Io non sono molto bravo a parlare, Sara, ma ti ringrazio. Ora, che ne dici di tornare a lavorare su questo mistero?

 

La città perduta di Xhanla

Tibet, trecento anni fa

Al di fuori del Tempio Che Non Deve Essere Aperto, tre uomini di epoche diverse siedono in trance: il Dottor Strange, l’Antico e suo figlio, l’Esiliato.

Sersi e Layla Miller sono all’esterno, di fronte ad una porta impenetrabile. I raggi di calore emessi dagli occhi di Sersi, infatti, non la scalfiscono minimamente.

-Posso vaporizzare il ferro e questa porta sembra fatta di legno…odio la magia.

-Non sapevo che gli Eterni potessero avere figli dagli umani.

-Gli Eterni sono umani, anche se non tutti lo ammettono. E’ comunque estremamente raro. Amata, che stai facendo?

La ragazza si è avvicinata al corpo dell’Esiliato, appoggiando una mano sulla sua testa.

-Cerco di recidere il collegamento con la sua forma astrale. Nessuno deve entrare nel Tempio.

-Sersi, devi fermarla. Facendo così lo ucciderà.

-E tu come fai a… Amata, è vero?

-Nessuno deve entrare nel Tempio.

Sersi si dirige verso la giovane, afferrandola per un polso. Amata reagisce all’istante: uno Scudo di Seraphim avvolge Sersi, scaraventandola dall’altra parte della vallata. Poi si volta verso Layla, fissandola con occhi carichi di energia.

-Voi non capite. Xhanla esiste per proteggere il mondo da ciò che esiste all’interno del Tempio. Abbiamo purificato la nostra città da qualunque cosa possa interferire con la nostra missione. Ora tutto sta per crollare perché io mi sono lasciata corrompere dalla tentazione. Devo rimuovere il marcio di questa città.

-Credo che Sersi stia per precederti.

Infatti la Vendicatrice è arrivata sul posto volando a centinaia di chilometri orari, colpendo Amata con un pugno sul naso.

-Tu…osi…colpire un’Eterna…

-Non osare definirti Eterna – risponde Sersi con un pugno allo stomaco così forte da togliere il fiato all’avversaria, che si piega in due per il dolore; un calcio sui denti mette fine allo scontro.

Layla resta senza parole: non si aspettava minimamente una reazione così violenta da Sersi. E’ evidente che qualcosa l’ha colpita molto più in profondità di quanto non credesse possibile.

-Credete di essere tanto superiori!? – urla Sersi verso gli altri Eterni di Xhanla, ancora intenti a meditare fluttuando a mezz’aria.

-Sersi…

-Scommetto che siete capaci di entrare nel Tempio quando volete, vero? Potreste aiutare Strange, che sta cercando di salvare un uomo che in futuro cercherà di ucciderlo! Invece state a guardare quando una madre cerca di uccidere il proprio figlio…un figlio a cui non ha nemmeno dato un nome! Spero che vi piaccia il Nirvana che avete trovato, perché per arrivarci avete perso l’anima.

-Sersi, non aiuteremo Strange se provocherai uno scontro con tutta la città.

-Non capisci, Layla. Ne ho già incontrati di Eterni così…considerano gli umani meno che animali. Si isolano dal mondo credendosi superiori, mentre muoiono dentro crescendo tra le rovine.

Layla appoggia una mano sulla spalla della Vendicatrice, dicendo:

-Sersi, tu non sei così e lo hai già dimostrato. Non importa quanto temi di diventarlo.

L’Eterna abbassa il capo, riflettendo sulla sua paura più profonda che questa adolescente ha identificato senza nemmeno conoscerla. Poi la Vendicatrice che è in lei la costringe a rialzare la testa e a dire:

-Dobbiamo aiutare il Dottor Strange.

 

All’interno del Tempio Che Non Deve Essere Aperto

Mi aspettavo che il Tempio fosse più grande all’interno che all’esterno; quello che non potevo immaginare era la sua scala. Tutto è relativo quando ci si trova nella propria forma astrale, ma le colonne di questa immensa cattedrale potrebbero sostenere l’intera volta celeste. In effetti, considerata la quantità di magia che dev’essere stata necessaria per costruirla, la volta celeste crollerebbe prima di questa struttura.

-Non avrei mai dovuto insegnargli la magia. E’ un ragazzo molto curioso, avrei dovuto immaginare che sarebbe entrato nel Tempio.

-Da quanto tempo non vedete vostro figlio, maestro?

-Troppo. Anni. Ero convinto che con il tempo Amata gli avrebbe permesso di lasciare Xhanla…speravo che la maternità la cambiasse. C’è un’anima gentile sotto la dura disciplina della sua gente. Che ti sia di lezione, Strange, anche il Mago Supremo può lasciarsi ingannare dal proprio cuore.

-Non mi avete detto tutta la verità, maestro. Questo tempio è vecchio, molto più di Xhanla. L’accesso esterno è stato ricostruito su fondamenta più antiche, e quello che stiamo vedendo...il vero tempio…nessun mortale potrebbe costruirlo.

-Ti ho insegnato bene, vedo: quello che vedi è opera di Agamotto in persona. Questa è una prigione, costruita per imprigionare qualcosa che nemmeno la Vishanti stessa poteva eliminare.

Quando raggiungiamo il centro del Tempio, è necessaria tutta la mia forza di volontà per evitare che la mia proiezione astrale sia risucchiata dal vortice mistico.

Posso avvertire la presenza di qualcosa, dall’altra parte, ed è più che sufficiente a farmi venire la pelle d’oca anche se sono incorporeo.

L’Antico si avvicina al vortice, rischiando di esserne divorato, pur di parlare con l’unica persona abbastanza disperata da essersi recata qui volontariamente.

-Figlio…devi tornare all’esterno.

-“Egli vide mondi che non osannavano il Suo nome e disse: credete in me e vivrete per sempre; rifiutate la mia Parola e sarete distrutti. Chi lo seguì ancora oggi si trova al Suo fianco, cantando della Sua gloria. Chi dubitò fu distrutto dalla Sua furia, assieme a tutti gli dei che non si prostrarono ai Suoi piedi”. Riesci a sentire la Sua voce, padre, che rimbomba nell’infinito? Giuragli fedeltà eterna e la tua vita sarà risparmiata!

-Non posso farlo. Il Mago Supremo non è lo schiavo di nessun dio, e nemmeno suo figlio può esserlo.

L’Antico solleva  una mano, preparandosi ad intrappolare il futuro Esiliato in uno Scudo di Seraphim. Qualcosa nel vortice si agita con una furia tale da far tremare l’intero Tempio prima che possa farlo.

-Egli protegge i propri figli, Antico. Che tutti coloro che rifiutano la Parola tremino al suono della sua voce!

Non sta scherzando. Le colonne che potrebbero sostenere il cielo si stanno sbriciolando, e qualunque cosa ci sia dall’altra parte del vortice si sta preparando ad uscire.

 

Al di fuori del Tempio

Sersi appoggia una mano sulla porta del tempio, saggiandone la composizione molecolare in modi che solo un Eterno potrebbe descrivere.

-Allora? – la incita Layla Miller.

-E’ legno, fino all’ultimo elettrone. Non dovrebbe esserci ragione al mondo per cui sia…sbaglio o si sta facendo buio?

Nell’arco di pochi secondi, il Sole scompare per essere rimpiazzato da un cielo stellato. Ancora più incredibilmente, le stelle si stanno spostando rapidamente per poter assumere nuove posizioni.

-Sono io o il cielo sta cominciando a diventare una faccia?

-Per gli Dei dello Spazio…riconosco quel volto – realizza Sersi, chinando il capo in segno di rispetto. Persino gli Eterni di Xhanla, intenti nelle proprie meditazioni metafisiche, scendono a terra e si inchinano di fronte a ciò che si sta manifestando.

-Sai, per una volta, credo che qualcuno dovrà spiegare a me cosa sta succedendo – reagisce Layla.

-Nelle più antiche leggende degli Eterni si narra di qualcosa che sta al di sopra dei Celestiali così come gli Eterni stanno al di sopra degli umani. Lo chiamiamo “la volontà del cosmo”. Ho letto di lui anche nei files dei Vendicatori: gli umani lo chiamano Eternità.

-Quell’Eternità? La personificazione dell’universo? Figo.

-Nessuno deve entrare nel Tempio. La porta non deve essere aperta né prima né dopo la fine del mondo – tuona la voce delle stelle.

-“Nessuno deve entrare nel Tempio. La porta non deve essere aperta né prima né dopo la fine del mondo” – recitano all’unisono tutti gli Eterni di Xhanla.

-Ehm…mister Eternità?

Occhi che bruciano con l’intensità di mille galassie volgono il proprio sguardo verso un’adolescente bionda, che saluta timidamente con la mano.

-Salve. Layla Miller, molto piacere. Lo so che forse non è stata una buona idea venire qui… che l’universo si manifesti per dirtelo di persona è un buon indizio… ma il Dottor Strange è ancora dentro al Tempio, e sembra che abbia dei problemi a…

-So chi siete, viaggiatori del tempo. Sapevo che cosa avreste fatto secoli prima della vostra nascita.

-Sì, beh, anche io so molte cose se non ti dispiace. Per esempio so che quel ragazzo che è appena entrato nel Tempio diventerà una persona molto cattiva, e che nessuno di questi Eterni sopravviverà fino al presente. Forse a te non importa, in fondo cosa sono poche centinaia di persone per uno come te? Ma quello che c’è la dentro sta probabilmente dando del filo da torcere a due Maghi Supremi, e la situazione è abbastanza grave da attirare la tua attenzione. Quindi piantiamola con tutta questa storia del “questo mistero non deve uscire allo scoperto” e “le vostre piccole menti non potrebbero mai comprendere” e blah blah blah, okay?

-Layla…sei impazzita? Non puoi parlare così ad Eternità!

-Allora, mister deus ex machina, vuoi darti una mossa sì o no?

Eternità continua a fissare l’adolescente per qualche istante. Poi dice una sola parola.

-Strange.

Il Dottor Strange riapre gli occhi e riprende il respiro con una boccata d’aria simile a quella che prenderebbe chi stava per annegare. Si rimette in piedi barcollando; solo l’arrivo tempestivo di Sersi gli impedisce di crollare a terra.

-Spiegami perché ti trovi in questo tempo, Mago Supremo.

-Un secondo solo, Eternità. Essere strappati ad una battaglia mistica ed essere rimessi con la forza nel proprio corpo è…dovresti stare attento a farlo se non vuoi uccidere l’interlocutore. Fammi riprendere fiato.

-Un secondo, perché glielo chiedi? Credevo che uno come te sapesse tutto – commenta Layla.

-Strange. La tua allieva è irritante.

-E’ giovane. Non posso dire di essere particolarmente sorpreso dal trovarti qui, Eternità. Potrei suggerire di continuare la conversazione altrove? La tua sola presenza rischia di causare parecchi danni al flusso temporale.

-Io sono il flusso temporale Strange. Ma…acconsentirò.

 

Un battito di ciglia dopo, la scena è completamente cambiata. Il Dottor Strange, Sersi e Layla non si trovano più in una valle nascosta ma all’interno di un vortice di immagini.

Attorno a loro si dipanano frammenti del loro passato. Data la lunghezza del suo ciclo vitale, la maggior parte riguardano il passato di Sersi: da una bambina nell’antica Sumer all’ammaliatrice di Ulisse a Vendicatrice. Altre riguardano il Dottor Strange: mostrano un arrogante neurochirurgo, avventure in dimensioni lontane o battaglie al fianco dei Difensori. Stranamente, tutte le immagini che riguardano Layla sono distorte e quasi indecifrabili, come se fossero sovrapposte.

-Dove siamo? – chiede Sersi.

-Nell’essenza del tempo stesso – risponde Strange.

-Ripensandoci, non voglio saperlo.

-I tuoi viaggi ti hanno portato in un tempo tumultuoso, Strange. Il tuo predecessore ha combattuto l’uomo che chiami l’Esiliato all’interno del Tempio, nel tentativo di impedirgli di portare la Parola nel resto del mondo.

-E’ l’essere che si trovava dall’altra parte del portale? Non ho mai avvertito nulla di simile.

-C’è un universo dove il culto della Parola ha soppiantato tutte le altre divinità e religioni. Esso è come me: la somma di tutto ciò che lo compone. Ma se io non sono interessato all’adorazione di microscopici frammenti di me stesso, la Parola governa il proprio universo con pugno di ferro.

-Ed il vortice è una sorta di portale per questo universo vivente?

-Durante l’ottavo giorno della mia vita, la Parola mi attaccò. La vita non esisteva ancora, quindi non c’erano fedeli che potessero espandere la sua religione al mio interno, e mi lasciò andare. Quella ferita non si è mai rimarginata; è l’unico punto in cui il mio potere e la mia volontà non hanno valore.

-E lo hai portato sulla Terra? Grazie tante! – si lamenta Layla.

-La Terra ospita il Crocevia di Tutte le Realtà; il vortice ne è attratto naturalmente. Agamotto costruì il Tempio per isolarlo, e numerosi mortali lo hanno difeso. Gli Eterni di Xhanla sono stati tra di loro; alla loro morte, il compito è stato ereditato dal Mago Supremo.

-Perché se la Parola arrivasse nel nostro mondo potrebbe convertire i suoi abitanti. Ed il figlio dell’Antico è il suo messia…immune alle leggi stesse di questo universo. Esiliato dalla magia – comprende il Dottor Strange.

-E’ stato lui ad uccidere gli Eterni di Xhanla? – chiede Sersi.

-La Parola è subdola. L’unico modo per arginarne la diffusione è impedire che chiunque ne venga a conoscenza. Dovetti distruggerli.

-Non riesco a credere a quello che sento! Tu dovresti essere il rappresentante della vita stessa! – protesta il Dottor Strange.

-La Vishanti reagì allo stesso modo. Per questo acconsentii a non distruggere l’Antico, ma cancellai completamente dalla sua memoria l’esistenza degli Eterni di Xhanla, di suo figlio e soprattutto della Parola.

-Hai davvero così tanta paura? – chiede il Mago Supremo.

La manifestazione dell’universo non risponde subito. C’è un momento di silenzio che sembra durare molto più di un’eternità.

-Stai attento, Strange. Ci sono segreti che anche gli dei preferiscono dimenticare.

 

Base dei Vendicatori

Il Dottor Strange fissa la tazza di the ormai vuota. Quando alza lo sguardo, Sersi gli sta sorridendo.

-Sembra che lei sappia già parecchie cose, dottore. In cosa posso aiutarla?

Il mago si guarda attorno, riconoscendo la base degli eroi più potenti della Terra. Appoggia la tazza sul tavolino, alzandosi in piedi.

-A dire la verità, Sersi, mi sono accorto di sapere molte meno cose di quanto credevo. Grazie per l’ospitalità, ma dovrò cercare altrove le mie risposte.

Meno di un minuto dopo l’Eterna richiude la porta della Base con un’espressione di sgomento sul volto: non ha ben capito perché Strange l’abbia contattata, né perché se ne sia andato così di fretta, né di chi sia la strana ragazzina che si porta dietro.

-Tu ricordi ancora tutto, vero Doc?

-Eternità deve aver capito di non poter seppellire per sempre la testa sotto la sabbia; il fatto che ci ricordiamo tutto è un chiaro segno di incoraggiamento a continuare a cercare la verità.

-Ma ha comunque cancellato la memoria di Sersi.

-Un segno del fatto che ci sta tenendo d’occhio. Layla, l’unica volta in cui ho visto Eternità preoccupato da un possibile avversario era con il Guanto dell’Infinito. Ci siamo fatti un nemico potente, oggi.

-Sai che novità. Doc, posso chiederti una cosa?

-Non penso che l’Antico stesso potrebbe impedirtelo.

-Posso diventare tua allieva?

 

 

CONTINUA !